Indirizzo di saluto al Simposio del 19 ottobre 2002:
LA RINNOVATA PIZZIGONI
Per la scuola elementare italiana: tradizione e prospettive
Porgo un saluto cordiale agli insegnanti della scuola Rinnovata, ai membri dell’Opera Pizzigoni, ai professori e ai ricercatori universitari che qui sono riuniti.
Io ho avuto la fortuna qualche anno fa, quando ancora mi trovavo a Roma, di ricevere una folta delegazione di insegnanti e componenti dell’Opera Pizzigoni, che mi fornì un’ampia documentazione sull’esperienza pizzigoniana.
Questo Simposio non è importante solo per la scuola Rinnovata, ma anche per tutti coloro che riflettono sul nuovo processo di autonomia della scuola e scoprono queste realtà, già stabili e che anticipano gli sforzi innovativi del sistema scolastico.
Mi chiedo che cosa il Metodo Pizzigoni possa offrire oggi, non solo ai fortunati genitori e ai bambini della scuola Rinnovata, ma anche alla scuola italiana che sicuramente non potrà ripetere l’eccellenza di una tradizione così radicata, ma potrà trarne spunti di riflessione sul processo pedagogico.
E’ per questo che auspico un dialogo tra questa scuola e tutti coloro che si sono assunti l’impegno di dare nuova energia alla scuola, per fare in modo che la Rinnovata non sia solo un gioiello pregiato, ma possa contribuire allo sviluppo di un dialogo costruttivo.
La mia proposta è quella di stabilire un contatto tra la scuola Pizzigoni e quelle scuole che oggi lavorano su ipotesi innovative del sistema scolastico per raccogliere l’esperienza preziosa del passato e confrontarla con la nuova scuola.
A questo proposito vorrei sottolineare un aspetto del metodo Pizzigoni che traggo dal testo della prof.ssa Olga Rossi Cassottana e che cita le parole della pedagogista: “Io ho fatto una scuola, non ho parlato della scuola”.
Ella ha costruito una nuova realtà educativa. Anche in questo momento in cui si parla di riforma della scuola, l’impegno è quello di fare, di costruire la scuola.
Se guardiamo al passato vediamo molte esperienze del fare nella scuola, dalla Pizzigoni, alla Montessori, alle scuole steineriane, alle scuole a tempo pieno.
Col passare del tempo il sistema scolastico si è appesantito e si è perso un po’ il senso del fare scuola al servizio degli studenti, elaborando un processo educativo, non necessariamente cambiando il sistema educativo.
Se noi facciamo un bilancio di quante risorse impieghiamo nella costruzione della struttura burocratica e di quante dedichiamo alla vera operatività della scuola, forse dobbiamo ripensare le nostre modalità di intervento.
La scuola Rinnovata può essere in qualche modo punto di riferimento per fare scuola.
Negli ultimi anni si è fatto molto per rinnovare l’organizzazione della scuola con la presenza di nuove figure, ma quanto tutto ciò ha migliorato il “fare scuola”?
Si tratta di rinnovare tutte le professionalità tenendo conto del “fare scuola”, rispondendo alle esigenze di qualità.
Informandomi sull’attività della Pizzigoni ho trovato un modello organizzativo che oggi potrebbe essere oggetto di riflessione rispetto alla possibilità di coordinare una pluralità di interventi educativi, in modo particolare il ruolo di insegnante tutor e dello specialista, anche se questo modello non può essere generalizzato.
Sarebbe importante costituire una rete di scuole che investono per elaborare modelli educativi e possano fungere da modelli di riferimento.
Queste scuole che hanno capacità innovativa possono essere centri in cui gli insegnanti apprendono come rinnovare la loro professionalità. Servirebbe dunque un lavoro di servizio alle scuole nel territorio milanese e lombardo proprio come spirito, come ispirazione in senso generale e, in senso particolare, come esplorazione delle soluzioni proposte dalla Pizzigoni.
La presenza di professori universitari ci permette di condurre un’analisi ampia e approfondita.
Dott. Mario Dutto
Direttore Ufficio Scolastico della Lombardia