Nel cuore di Milano,
in mezzo a palazzi, strade trafficate, ponti e ferrovie, stadi e fiere, ecco che appare la figura “fuori tempo” di una costruzione bassa, in mattoncini rossi, quasi un college inglese.
Eppure è una scuola primaria, e statale...
Ad entrarci si ha, effettivamente, l’impressione che il tempo qui si sia fermato e ci si domanda se le fotografie in bianco e nero che decorano gli ampi corridoi della scuola non siano state scattate da poco tempo.
Poi si vedono i bambini con i giochi elettronici, gli zaini con i roller, i computer nelle classi e si realizza che anche qui il presente è presente, il progresso c’è, esiste.
Ma si capisce immediatamente che c’è qualcosa nell’aria che non se n’è mai andato: l’IDEA.
L’idea che una signora ebbe agli inizi del secolo scorso, un’idea talmente all’avanguardia e innovativa che ancora oggi, un secolo dopo, la si percepisce fortemente come attuale.
L’immortalità di tale idea la si deve ad una sola caratteristica: la semplicità. Ma le cose semplici, si sa, sono quelle che uno dà per scontate, per ovvie, e non ci si applica.
Giuseppina Pizzigoni, invece, credendoci con convinzione ed audacia, ha portato avanti la sua idea, ha combattuto per essa, e, con coraggio e caparbietà, l’ha realizzata.