Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni
Via Castellino da Castello 10 - Milano
SCHEDA STORICA
La Scuola “Rinnovata Pizzigoni” fu ideata nei primi anni del Novecento dalla fondatrice Giuseppina Pizzigoni (1870-1947), una maestra carismatica, ardimentosa e innovatrice, che riuscì, grazie al suo spirito imprenditoriale tipicamente lombardo e a una tenacia non comune per una donna di quella epoca, a concretizzare e tradurre le sue idee pedagogiche rivoluzionarie in una struttura architettonica straordinaria, basata sui concetti di BELLEZZA, LUCE, ARIA, SPAZI VERDI, in cui dar vita e attuazione a un nuovo metodo di “fare scuola” .
L’idea pedagogica pizzigoniana si ispira infatti ad una visione pratica dell’apprendimento, volto a stimolare l’osservazione e la scoperta, cioè ad imparare “vedendo fare e facendo”, tipica del lavoro agricolo e manuale: il metodo della ricerca rende il bambino protagonista attivo, un attore e costruttore motivato e curioso che scopre, organizza, smonta, ricompone in una rete cognitiva i dati e le conoscenze acquisite; è un metodo in netta opposizione a un sapere nozionistico e accumulativo, incapace di generare veri processi di conoscenza.
La peculiarità della Scuola Rinnovata, unica nella realtà scolastica milanese, consiste proprio nella sua struttura architettonica (1911- 1927): un edificio a piano terra, con aule luminose tutte in comunicazione diretta con i giardini e i cortili, incastonato tra meravigliosi spazi verdi, dove i bambini “non siano costretti a star seduti sui banchi”, ma possano vivere esperienze dirette, coltivare l’orto, i terreni agricoli e la serra, osservare e accudire le asinelle, i cavallini e gli altri animali della fattoria, dipingere, cantare e suonare, nuotare, studiare nelle aule all’aperto, giocare all’ombra di alberi testimoni di un secolo di storia.
I bambini trascorrono in questa quasi centenaria struttura scolastica, il cui fulcro didattico è rappresentato dall’Azienda Agricola e da tutte le attività ad essa connesse, giornate piene di esperienze nuove ed affascinanti, esperienze fatte sul “campo” nel vero senso della parola, non dentro le pareti scolastiche; i bambini non hanno rapporti con una comunità fittizia, ma con una vera comunità fatta di docenti, famiglie, esperti, perché la Scuola Rinnovata è, per statuto e sin dai tempi della fondazione, aperta al mondo reale.
L’edificio scolastico fu progettato dalla stessa Giuseppina Pizzigoni e disegnato nel 1922 da Erminio Valverti, un ingegnere amico, membro del “Comitato Promotore per la Scuola Rinnovata”, con una personalità poliedrica, non rigidamente codificata nella professione di ingegnere civile/architetto, una personalità che si poté esprimere in differenti campi, frequentemente “contaminati” tra loro da un originale eclettismo culturale.
La realizzazione della Scuola avvenne a cura dell’ingegnere municipale Amerigo Belloni e si può collocare in quel contesto di fervore costruttivo della Milano degli anni 1905-1930, una Milano in fermento da tutti i punti di vista (industriale, economico, sociale, culturale, artistico, urbanistico). 1
Il progetto scolastico degli ingegneri Valverti e Belloni, aderente alle esigenze pedagogiche della committente, veniva ripercorso e rivisto nei minimi dettagli anche dalla stessa Giuseppina Pizzigoni: le tre “menti creatrici” (Valverti, Pizzigoni, Belloni), come molti altri progettisti del tempo, forse gli ultimi che possano essere definiti artisti, ideatori ed esecutori di un’opera architettonica, avevano l’abitudine, come Baumeister, di dirigere direttamente le maestranze sul cantiere, curando l’impiego dei materiali di costruzione, sempre adatti all’uso e legati al territorio e alla tradizione, e intervenendo, spesso, nella rettifica del progetto iniziale e nell’esecuzione dei particolari.
Proprio sui particolari si basa la bellezza della Scuola Rinnovata Pizzigoni, da ammirare e valorizzare non solo per l’estrema razionalità, eleganza, complessità della struttura planimetrica2, ma anche per i più piccoli elementi decorativi: i mattoncini rossi a vista, le travi di legno, i tetti in coppi, gli stucchi, le sobrie figure geometriche ricavate su ogni finestra o porta/finestra semplicemente disponendo in modo diverso i mattoni.
E questi mattoni rossi, così cari, familiari e diffusi nel paesaggio architettonico milanese, dalle più antiche basiliche e abbazie agli edifici civili medievali e rinascimentali (l’elenco potrebbe essere lunghissimo: da S. Simpliciano, S. Eustorgio, S. Ambrogio, S. Maria delle Grazie, S. Marco, S. Babila, S. Maurizio, S. Cristoforo, S. Maria Bianca della Misericordia, alla Loggia di Piazza Mercanti, alla Ca’Granda, alle Mura Spagnole…) fino alle più umili cascine e case coloniche, sono un elemento non trascurabile: il rosso dei mattoni a vista caratterizza Milano e il suo territorio, quasi come il travertino la città di Roma!
Ma il fascino e la peculiarità di questo edificio scolastico si fondano anche e soprattutto sul credo pedagogico e sulla concezione estetica della fondatrice, che sono mirabilmente sintetizzati da queste sue frasi: “La decorazione degli ambienti è sempre stata considerata un lusso (“l’arte costa” si dice); da molti è considerata una distrazione per lo scolaro; da altri, non bene intesa nel suo scopo, fu falsata nei suoi mezzi; da pochi è considerata magnifico fattore di educazione: necessità spirituale. Dalla pluralità non si tiene conto del valore psicologico dell’ambiente in cui si vive. Ed ecco la ragione della nudità delle aule scolastiche con relativa depressione dello spirito degli scolari.”
“Ciò che colpisce alla “Rinnovata” è la magnificenza del locale e la decorazione degli ambienti” mi disse un professore di pedagogia cileno, vedendo per la prima volta la scuola.
“Di fatto la scuola, vista nel suo aspetto esteriore, è bella: bella per la sua linea architettonica; bella la sua decorazione murale; bella la disposizione in padiglioni sorgenti di tra il verde dei prati, dei campi, delle aiuole, dei chioschi; bella la decorazione dei luminosi corridoi, e quella delle aule tutte. Per chi conosce il mio spirito, il fatto non sorprende. Io porto in eredità il gusto per l’arte; e non so vivere e lavorare in ambiente brutto, e però era naturale che, creando una mia scuola, una scuola secondo il mio spirito, io la creassi bene. Ma la mia preoccupazione non si arrestò già alla linea architettonica e alla decorazione degli ambienti: essa si fermò sul diritto del bambino alla gioia; e siccome la gioia viene all’uomo da ogni forma di bellezza, così sentii il diritto del bimbo a una vera e propria educazione estetica.”3
Mirabile lungimiranza e saggezza pedagogica della Pizzigoni, che sembra anticipare le intuizioni di una grande artista a noi contemporanea, Zaha Hadid:
“Lo spazio architettonico deve essere un luogo in cui le persone si sentano bene, come quando si trovano in un paesaggio naturale. È questo il vero lusso, indipendentemente dal costo: uno spazio che trasmetta emozioni, che sviluppi visioni.”4
La sintesi ottimale dell’esistenza di Giuseppina Pizzigoni, dell’energia risoluta delle sue opere e di quella semplicità stilistica che è propria di chi ama le altezze dello spirito, di chi sa coniugare in sé la concretezza dell’artigiano e la creatività dell’artista, la si potrebbe rintracciare nella continua tensione verso alte mete e la si potrebbe ritrovare proprio tra le pietre e i mattoni e le zolle di terra degli orti della Rinnovata: una scuola sognata e realizzata non certo per personalistica ambizione, schiva come ella era dai trionfalismi, né per proprio tornaconto, quanto invece per la gioia di poter attuare, studiando, costruendo, sperimentando, quella passione per le nobili cose e per il bello, che accompagnò tutta la sua vita.
Lucia Sacco
Bibliografia essenziale:
Pizzigoni, Giuseppina, Linee fondamentali e Programmi della Scuola Elementare Rinnovata secondo il Metodo Sperimentale,G.B. Paravia, Milano, 1922, ristampato da Editrice La Scuola, Brescia, 1956, Linee fondamentali e Programmi e altri scritti
Nicoli, Pier Francesco, Storia della Scuola Rinnovata, Ufficio Propaganda della “Rinnovata”, Milano, 1947
Bibliografia
Pizzigoni, Giuseppina, Linee fondamentali e Programmi della Scuola Elementare Rinnovata secondo il Metodo Sperimentale,G.B. Paravia, Milano, 1922, ristampato da Editrice La Scuola, Brescia, 1956, Linee fondamentali e Programmi e altri scritti
Pizzigoni, Giuseppina, Le mie lezioni ai Maestri delle Scuole Elementari d’Italia, Ufficio Propaganda della “Rinnovata”, Milano, 1931, ristampato da Editrice La Scuola, Brescia, 1950
Tongiorgi, Alicandro, venticinque anni di vita della Scuola Rinnovata di Milano, 1911-1936, Ufficio Propaganda della Rinnovata, Milano, 1937
Nicoli, Pier Francesco, Storia della Scuola Rinnovata, Ufficio Propaganda della “Rinnovata”, Milano, 1947
Belloni, Amerigo, Milano come era un tempo, Gorlich, Milano 1952
Bascapè, Giacomo, Arte e storia dei giardini di Lombardia, Milano, 1962
Perogalli, Carlo, Cascine del territorio di Milano, Ente Provinciale per il turismo di Milano, 1977
Broggi, Camillo, Milano: la storia sui muri, Libreria Meravigli, Milano, 1985
Cimmino, Ferrari, Marmieri, Giuseppina Pizzigoni e la “Rinnovata” di Milano, a cura dell’Opera Pizzigoni, Milano, 1993
Baffa Rivolta, M., La struttura dei quartieri milanesi, Enciclopedia Italiana Treccani, Storia di Milano, Il Novecento, Roma, vol. XVIII, 1995
Selvafolta, O., Il dibattito sul piano regolatore del 1912 e il concorso del 1926, , Enciclopedia Italiana Treccani, Storia di Milano, Il Novecento, Roma, vol. XVIII, 1995
Cosma, Sabrina, Giuseppina Pizzigoni e la Scuola Rinnovata di Milano nella prospettiva di una riqualificazione eco-compatibile, Tesi di Laurea, Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura, Anno.Accademico 1996/1997
Rossi Cassottana, Olga, Giuseppina Pizzigoni e la Rinnovata di Milano. Tradizione e attualità per la scuola primaria, Editrice La Scuola, Brescia, 2004
1 Sotto l’impulso vivido e fervido dell’Expo 1906 l’Ente Comunale per le Case costruisce tra il 1905 e il 1909 quattro nuovi quartieri, Ripamonti, Mac Mahon, Tibaldi e Spaventa, in concomitanza con la Società Umanitaria e un altro geniale architetto milanese Giovanni Broglio (che tra il 1908 e il 1909 realizzerà altri due quartieri esemplari, all’avanguardia dell’housing sociale - Via Solari e Viale Lombardia): modelli innovativi di edilizia popolare, ancora oggi insuperati, piccole cittadelle operaie, dove ogni appartamento aveva acqua potabile, luce, gas, bagni interni, terrazze, metrature più ampie rispetto a quelle usuali, insieme a servizi per la collettività quali lavatoi, Biblioteca, Sala conferenze, Ristorante Cooperativo, Casa dei Bambini (asilo nido e infantile), locale lavanderia e stireria, e, nelle immediate vicinanze, Scuole Elementari e/o Professionali.
2 Struttura considerevole anche per l’estensione, occupando un’area totale di circa due ettari: 5.000 mq di aule scolastiche e 15.000 mq di campi, giardini, orti, cortili, Azienda Agricola e Piscina.
3 G.Pizzigoni, Le mie lezioni ai maestri d’Italia, Ufficio Propaganda della “Rinnovata”, Milano, 1931, ristampato da Editrice La Scuola, Brescia, 1950, pp. 87-88
4 Zaha Hadid, architetto, creatrice del MAXXI di Roma, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo